«Cari Paola e William….» Una Lettera di ringraziamento da Gloria all’Associazione Creadida

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Cantiere Creadida Veglie

Le helping professions, cioè tutte quelle professioni che si pongono l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di una fascia della popolazione, hanno bisogno, per realizzarsi in pieno, di operatori motivati e tenaci, che siano in grado di affrontare situazioni stressanti e periodi di grande sacrificio, soprattutto quelle nel campo dell’educazione extrascolastica dei minori come la nostra associazione, le cui attività e spazi, sono dedicati a rimuovere ogni tipo di ostacolo che impedisce un adeguato equilibrio tra tutte le dimensioni della personalità, dall’attività ludica, relazionale a quella motoria e dell’apprendimento.

Ieri abbiamo ricevuto una lettera che ci ha emozionato tanto. L’ha scritta per il Creadida, una socia, e riassume lo spirito e la tenacia di tutti i soci che contribuiscono e hanno contribuito alla buona riuscita degli obiettivi e delle finalità dell’associazione soprattutto perché ne racconta i sacrifici e la serietà.

Non solo, rappresenta per noi e per tutti coloro che credono in un’idea, una testimonianza, quella per cui è possibile realizzare i propri obiettivi, a patto che ci si creda veramente, si cerchino sempre alti livelli di professionalità e ci si circondi di persone valide e motivate.

Lei, Gloria, in questa lettera, ringrazia me e William, ma noi siamo poca cosa rispetto a tutte le mani, le menti e i cuori dei soci che ogni giorno, a fianco dei minori e delle loro famiglie, li aiutano a scoprire la speranza di una vita migliore e di una cittadinanza  attiva, all’insegna di una comunità educante, a misura di bambino e di ragazzo.

Mi piacerebbe, con questa lettera, ringraziare tutti i soci operatori volontari e gli istruttori, Alessia Savina, Cristina Casilli, Pamela Visconti, Manfredi Notaro, Alessia Panese Agnese Persano e tutti gli altri che ci sono stati nei dieci anni di attività trascorsi, Andrea Gambi, Gabriele Cacciatore, Matteo Levi Notarnicola, Elisa Albano, Francesca Manca, Francesca Miccoli e tanti altri e soprattutto Gloria, che me ne ha dato l’occasione. Sono loro che, con tanti sacrifici, offrono la possibilità di dare qualità al quotidiano di tanti bambini e adolescenti.

Paola e William, Cantiere Creadida

Di seguito la lettera di Gloria Frisenda:

Cari Paola e William,
vi scrivo, oggi, per comunicarvi ciò che il Cantiere mi ha saputo insegnare in questi anni.
Ho iniziato questo percorso tre anni fa, dopo la laurea, quando avevo bisogno più che mai di un posto nel mondo e di mettere alla prova me stessa nel mio ambito.
Ero priva di aspettative, ma allo stesso tempo mi incuriosiva quell’ambiente così carico di formazione ed insegnamento, tutto ciò per cui sento di essere nata.
I pomeriggi trascorrevano veloci, i bambini regalavano ogni giorno un sorriso, qualcuno anche una lacrima o un broncio.
Attraverso il vostro attento sguardo, Paola e William, ho imparato quanto sia importante fare gruppo rispettandosi, quanto sia necessario tendere la mano ad un bambino e indicargli la strada da percorrere, in un mondo in cui diminuiscono sempre di più i punti di riferimento.
E’ proprio questo che mi ha insegnato il cantiere più di ogni altra cosa: provare ad essere un punto di riferimento per i più giovani, spesso non solo in ambito scolastico.
In questi anni con i ragazzi ho affrontato tematiche che vanno ben oltre un’istituzione singola, dal consiglio su come comportarsi con un’amica a come sia più giusto rispettare l’ambiente, dal parere sui colori della copertina di un quaderno, rigorosamente più belli e vivaci per quelli d’italiano, a come affrontare il bullismo.
E poi c’è un altro tema che mi avete permesso di sperimentare: l’inclusione.
Le vostre porte sono sempre state aperte al “diverso”, senza che quest’ultima parola venga mai neppure utilizzata.
Mi avete insegnato che le difficoltà non sono e non devono essere un ostacolo nella vita, che tutti possono avere un banco e una sedia su cui imparare a essere grandi, che nessuna patologia prescritta debba causare un passo indietro, ma che tutti possiamo prenderci per mano e fare un passo avanti verso una società senza distinzioni.
Essere stata parte integrante di questo grande ambiente formativo mi ha permesso di approfondire la crescita delle varie fasce d’età, di rendere i più grandi esempi di maturità per i più piccoli, e di insegnarli a guardare qualche volta il mondo con gli occhi dei più piccoli, per riscoprire il sorriso anche nei dettagli più tenui.
Il cantiere mi ha permesso di mettere in pratica una delle arti più belle del mondo, l’insegnamento come fonte di crescita non solo didattica ma anche sociale. Mi ha permesso di crescere, insieme ai bambini e ai ragazzi. Mi ha permesso di perfezionare i miei metodi, di trasmetterli, di adattarmi nelle situazioni più critiche, specialmente nell’ultimo periodo; e poi ancora, di includere e di mettere in risalto il valore del rispetto verso l’altro.
Il cantiere, come la società, è una catena. Non una catena che stringe e vincola, ma una catena che accomuna e abbraccia. È una catena perché siamo legati da un affetto indescrivibile, perchè siamo pronti a donare ciò che riceviamo e così via, in un modo indissolubile e forte.
Grazie per avermi permesso di essere un anello della vostra catena; grazie per custodire orgogliosamente quei valori che, al di fuori, sono ormai dimenticati. Grazie per continuare ad essere un punto di riferimento, in un mondo senza fari e per guidare i giovani in una società più giusta e uguale per tutti. Grazie per avermi accolto con un sorriso, per avermi fatto conoscere persone fantastiche (una in particolare!), grazie per continuare a credere che sia possibile un mondo accessibile a tutti.
Ma soprattutto Grazie per avermi permesso, come in una catena, allo stesso tempo, di imparare e di insegnare.
Gloria Frisenda

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