Lorenzo Catamo: «Una Riforma sbagliata l’elezione diretta del Sindaco»

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Lorenzo Catamo: «Per l’amministrazione Paladini sembra giunto il momento di terminare il suo percorso e riesce difficile individuare quali siano i mirabolanti risultati raggiunti»

Lettera di Lorenzo Catamo:

Una riforma sbagliata fu certamente quella del 1993, come quasi tutte quelle pasticciate e deformi di questa pseudo democrazia.

Mi riferisco alla nuova legge elettorale che, per venire incontro a chi era stufo delle manovre partitocratiche, fu varata per consentire l’elezione diretta del Sindaco. E si stabilì che il primo cittadino dovesse essere eletto direttamente dal popolo.

Personalmente, ho sempre ritenuto che sarebbe stato più corretto passare attraverso la candidatura di singoli personaggi che poi, dal momento che si trattava di ben amministrare il proprio Comune, dopo essere stati eletti, avrebbero nominato una ristretta giunta di persone competenti che ben conoscessero i problemi  del paese.

E, invece, i risultati sono stati ben diversi e senz’altro peggiori, perché si sono privilegiati i gruppi e le combriccole più o meno trasparenti per comporre le liste puntando ai portatori, più o meno sani, di voti.

In questo modo, mettendo da parte le formazioni politiche che almeno garantivano la disciplina di partito, si è provocata la catastrofe amministrativa.

E veniamo a noi: sta per tirare le cuoia la sesta amministrazione comunale vegliese dopo la mirabolante riforma e non credo proprio (essendo stato protagonista minimo nelle prime quattro tornate elettorali) che i risultati siano stati brillantissimi.

Infatti, nel 1993 la prima amministrazione Greco non mancò di piccoli sussulti anche se mostrò degli spunti interessanti, la seconda amministrazione Greco (pur avendo conseguito la mirabolante percentuale del settantotto per cento) cadde miseramente perché, nell’ubriacatura dell’enorme successo, non si rese conto che a bordo della navicella erano saliti molti pirati. La terza del 2000, di cui ho fatto parte, vinse largamente ma il sindaco Carlà fu mandato a casa sei mesi prima della scadenza. L’amministrazione Fai riuscì, sia pur con molti scricchiolii, a portare a termine il suo mandato; ma la giunta Aprile del 2010 terminò con un anno d’anticipo perché il Sindaco, con molta dignità, si tirò in disparte.

Ora, per l’amministrazione Paladini sembra giunto il momento di terminare il suo percorso, ma riesce difficile (senza scendere nei particolari ) individuare quali siano i mirabolanti risultati raggiunti… e di fronte a questo disastro viene davvero da pensare che l’eccesso di democrazia (come tutti gli eccessi) finisce per diventare marasma e confusione. Specie a Veglie, dove la classe politica è sempre più o meno la stessa da decenni. Queste riflessioni, abbastanza lunghe e me ne scuso, sono strettamente personali e non impegnano Fratelli d’Italia, di cui sono responsabile cittadino.

LORENZO CATAMO

 

8 maggio 2020

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