MINO DE SANTIS IN CONCERTO A VEGLIE DOMENICA 25 AGOSTO 2019

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Il  Comune di Veglie-Assessorato alla Cultura presenta

«MINO DE SANTIS IN CONCERTO»

Nell’ambito della programmazione «VEGLIEVENTI ESTATE 2019» organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Veglie

Domenica 25 Agosto 2019 / ore 21.30  / Piazza Umberto I / Veglie

VEGLIE – Domenica 25 Agosto 2019, Piazza Umberto I di  Veglie sarà la splendida cornice  che accoglierà “MINO DE SANTIS”,  uno dei più attesi concerti del ricco calendario di VEGLIEVENTI ESTATE 2019.

Il concerto è stato voluto e realizzato dall’Assessorato alla Cultura nella persona dell’ing. Giusi Nicolaci e dal Comune di Veglie nella persona del Sindaco dott. Claudio Paladini. Alla realizzazione dell’evento hanno collaborato la Pro Loco di Veglie e Veglie News.

Un ritorno a Veglie  a grande richiesta del pubblico quello di Mino De Santis che si esibirà in Piazza Umberto I per dare la possibilità ad un  pubblico sempre più numeroso di assistere allo spettacolo nel quale il cantautore, accompagnato da Pantaleo COLAZZO alla Fisarmonica, proporrà le sue nuove canzoni insieme a  quelle più famose del suo ricco repertorio. Non mancheranno inoltre alcuni inediti ascoltabili esclusivamente nei concerti live.

Il “Cantautore di Tuglie è da sempre il testimone  di usi e tradizioni del meridione e del Salento, di storie di vita tra il triste ed il comico, senza perdere mai l’ironia e la musicalità tipica dei grandi cantautori italiani come Fabrizio De Andrè o Stefano Rosso ma che allo stesso tempo rimane unico nel suo stile e nel suo raccontare la storia e la tradizione della sua terra ma anche la società dell’Italia.

Mino De Santis con la sua voce descrive una terra meravigliosa, il Salento, senza preoccuparsi di piacere agli altri e senza sentirsi protagonista, conservando la sua pungente semplicità e la sua trasparente schiettezza. È il cantautore di “Pezzenti”, “Radical chic”, “Lu fiju a Milanu”, “La zoccola”, “Spiaggia proletaria”, “Il Blues della Patata” e tantissimi altri successi.

La sua voce intensa e profonda mette in risalto le parole delle sue canzoni con le quali fotografa,  con  sarcasmo e ironia,  i pregi, i difetti, i sogni e la piena realtà del vissuto di tutti i giorni.

Alcuni critici lo hanno descritto magistralmente, ognuno con poche parole riportate di seguito per spiegare meglio, ai pochi che ancora non lo conoscono, il personaggio che si ascolterà  a Veglie Domenica 25 Agosto:

«Mino ha scritto una pagina di canzone popolare vera, del popolo del Salento che si libera dalla pur splendida prigionia del tamburello, dell’organetto e del violino e approda ad un linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato, rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con il quale crescere i piccoli. Musica accattivante, di uno che sa suonare la chitarra, la lascia nei suoi accordi semplici, quasi ondeggianti come un materassino gonfiabile sulla bonaccia.» [Pino De Luca]

«Autoironico e impietoso… ha il suo modo singolare di vedere la realtà e di declinarla in versi. È un sognatore ingenuo e intellettualmente onesto. Insofferente a qualsiasi regola, non scenderebbe mai a compromessi, ha l’anima libera e resta anarchico anche quando non sarebbe il caso. Ha una singolare genialità, un’autentica vena artistica che differisce da qualsiasi accomodante musicalità “popolare” oggi cosi volgarmente e insopportabilmente stereotipata.» [Giuseppe De Santis]

«Il Salento trova nuove parole, quelle puntute, del graffio autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto l’animo e l’occhio allo sguardo: quello dritto, che mai s’inchina e fa riverenza. Mino De Santis è così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero.» [Mauro Marino]

Mino De Santis nasce a Tuglie, un paese del Sud Salento di circa cinquemila abitanti. Sin da giovanissimo scrive musica e parole, che sono carezze o graffi, che tiene nel cassetto tirandole  fuori solo per una cerchia ristretta di amici. Intanto lavora sodo in campagna, fa anche l’imbianchino, il commerciante e l’operatore culturale nel Museo della civiltà contadina del suo paese. Saranno poi proprio gli amici più vicini a lui che lo convinceranno ad esibirsi sul palco per un pubblico più  numeroso e a regalare un canto libero che profuma di lavoro, terra e mare.

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